Che cosa sono venuto a fare su questa Terra, cosa sono venuto a imparare? Quante volte ci siamo posti questa domanda? Quante volte abbiamo sentito una spinta verso qualcosa di indefinito a cui non riusciamo a dare un nome? Il percorso La memoria dell’Anima nasce proprio da questi interrogativi e prende spunto dalla teoria della ghianda, dal mito di Er narrato da Platone e da un’idea antica che attraversa molte filosofie: ognuno di noi è portatore di un’ unicità che chiede di essere vissuta, ma ne abbiamo perso la memoria. Scrive Hillman (Il codice dell’anima): “Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrer una certa strada. Alcuni di noi questo qualcosa lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpito con la forza di un’annunciazione: Ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere. Ecco chi sono. (…) O forse la chiamata non è stata così vivida, così netta, ma più simile a piccole spinte verso un determinato approdo, mentre ci lasciavamo galleggiare nella corrente pensando ad altro. Retrospettivamente, sentiamo che era la mano del destino.” Ciò che è andato smarrito e va recuperato, è quindi il senso della propria vocazione. Tuffandoci nel mito e nel nostro Mondo interiore , attraverso percorsi immaginativi, sonderemo storie e memorie dentro di noi, alla ricerca di indizi, passioni, aspirazioni ed eventi che hanno segnato la nostra vita e possono trovare un nuovo significato e una collocazione all’interno del cammino che stiamo percorrendo per aiutarci a vivere in modo più consapevole il nostro progetto di vita. |